BOLOGNA – Vaccinare ancora di più, accelerando sui più giovani, e semplificare. Dall’Emilia Romagna – con Regione, sindaci dei comuni capoluogo e presidenti di Provincia uniti – si leva un appello al Governo per fronteggiare la nuova fase della pandemia, dominata dalla variante Omicron. Tenere insieme contrasto al virus e aperture – salvaguardando sanità, scuola, lavoro, economia – è l’obiettivo condiviso.
Al centro dell’incontro, avvenuto on line, una prima valutazione sull’impatto della quarta ondata della pandemia, anche alla luce dei recenti provvedimenti del Governo, della ripresa dell’attività scolastica e delle misure organizzative varate dal Servizio sanitario regionale. Unanime la preoccupazione sulla pressione in atto sul sistema organizzativo e di risposta, con un ringraziamento a quanto ha fatto e sta facendo il personale sanitario e la condivisione della scelta operata in Emilia-Romagna di mobilitare l’intera rete dei servizi, anche privati, e di rafforzare l’auto-tracciamento per corrispondere alle necessità di apertura e chiusura delle quarantene. Così come condivisa è la strategia di allargare al massimo la capacità di vaccinazione rispetto ad una gestione ancora troppo complessa rispetto al numero di casi e a una ancora troppo limitata differenziazione tra positivi e negativi. Questioni, queste ultime, di competenza nazionale ma su cui la Regione ha inteso ascoltare i territori prima di assumere un’iniziativa specifica in sede di Conferenza delle Regioni e nel confronto col Governo.
Unanime anche l’indicazione emersa nell’incontro, in particolare su due priorità: implementare la campagna vaccinale e semplificare le procedure.
Occorre poi semplificare le procedure, per liberare i cittadini da fine isolamento e fine quarantena nei tempi dovuti, senza i ritardi che si verificano di fronte al numero imponente di nuovi casi e al sovraccarico di lavoro che le strutture sanitarie devono smaltire, anche nella gestione delle centinaia di migliaia di tamponi fatti ogni giorno, da sintomatici e asintomatici. In Emilia-Romagna va in tal senso l’accordo con le farmacie per la chiusura delle procedure attraverso i tamponi rapidi (per gli asintomatici), l’invio in automatico della relativa comunicazione e l’autotesting, da lunedì 17 gennaio, per avviare la procedura stessa via web in caso di esito positivo di un tampone rapido fatto in proprio. Misure decise dalla Regione e condivise dagli enti locali per rendere più facile la vita ai cittadini e permettere di concentrare maggiormente gli sforzi sulla campagna vaccinale.
Infine, la questione cruciale delle risorse. Alle Regioni devono essere riconosciuti i fondi nazionali a copertura delle spese sostenute per fronteggiare la pandemia, costi che non possono ricadere sui cittadini stessi, né possono indebolire la capacità di risposta al virus e di protezione delle persone. Così come andrebbero rivisti i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri, che oggi includono pazienti che entrano in ospedale per altre patologie e poi risultano positivi ma senza sintomi. Parametri da cui dipendono le fasce di colore e quindi misure restrittive ed eventuali nuove chiusure, quando l’impegno di tutti deve essere rivolto al contrasto della pandemia basato su dati in grado di fotografare meglio la e realtà in questa fase della pandemia diversa dalle precedenti.
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