Covid, Johnson&Johnson agli over 60: da maggio in Emilia Romagna. VIDEO

BOLOGNA – Gli Stati Uniti stoppano Johnson&Johnson, com’era prevedibile dopo lo stop ad AstraZeneca che agisce attraverso lo stesso vettore: anche in questo caso si sono registrati casi di coagulazione del sangue, sei casi sospetti su sette milioni di iniezioni, con un decesso. Tutti casi riscontrati in pazienti di età inferiore ai sessant’anni, col Governo italiano che conferma: il siero a dose unica in arrivo nelle prossime settimane verrà utilizzato proprio negli over 60, in partenza a maggio in Emilia-Romagna. Tuttavia le dosi tarderanno qualche giorno: l’Europa ne aspetta 200 milioni che, comprensibilmente, Janssen non invierà prima di aver concluso l’impasse americana che si spera duri pochi giorni. Intanto in Emilia-Romagna emergono numeri rassicuranti sul “cugino” del vaccino in arrivo, AstraZeneca appunto, che per ora non ha fatto registrare eventi avversi.
Il presidente di Federfarma spiega anche che nella vita di un farmaco le sospensioni sono la regola, e ribadisce la capillarità dei controlli di farmacovigilanza in Italia: né stupiti né allarmati, i farmacisti emiliano-romagnoli ribadiscono la disponibilità a partecipare alla campagna. Che intanto riprende con l’arrivo in mattinata delle attese dosi Pfizer. Il fornitore più regolare, che tuttavia oggi incassa una notizia negativa: secondo la Food and Drug administration americana protegge per almeno 9 mesi dal Covid, stesso discorso per Moderna, ma verifiche sono in corso. Promettono meglio i dati su altri sieri, che tuttavia scarseggiano: AstraZeneca ad esempio si conferma ritardataria, avendo inviato ad oggi in Emilia-Romagna metà delle dosi promesse. Tanto che si valuta la possibilità di dare ai vaccinati in prima dose col siero inglese un altro vaccino come richiamo, per non dipendere più in futuro dal fornitore meno affidabile.