BOLOGNA – L’Emilia Romagna resterà rossa almeno fino al 13 aprile, ma dopo Pasqua riaprono nidi, materne, elementari e prima media. Il governo ha deciso di puntare sulla scuola, escludendo però ogni altra tolleranza per evitare che ripartano massicciamente i contagi. Infatti, fino al 30 aprile non saranno previsti passaggi in zona gialla. E’ questa la decisione che la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi avrebbe preso in vista del nuovo decreto sulle misure anti-Covid. Nell’incontro i rappresentanti del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli avrebbero ribadito la gravità dei dati e la necessità di confermare le chiusure.
Non riaprono neanche a pranzo i ristoranti e per ora non riprendono l’attività neanche cinema, teatri o palestre. Per tutte le attività chiuse arriveranno – secondo quanto confermato nella riunione – nuovi rimborsi e sostegni. Ma nelle regioni in cui il contagio scenderà al di sotto dei 100 casi ogni centomila abitanti si potrà forse valutare la riapertura di bar, ristoranti, cinema e teatri.
La scadenza del decreto è il 30 aprile quando scade lo stato d’emergenza. In un secondo momento si valuterà dunque la proroga dello stato d’emergenza e di conseguenza le nuove misure. L’obiettivo sarebbe a quel punto di iniziare ad aprire gradualmente.
Intanto, l’Emilia Romagna deve fare i conti con altre due settimane (abbondanti) di zona rossa. La regola prevede che si debba stare almeno due settimane in un colore prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, a patto di avere dati compatibili con lo scenario meno pesante. Chi è rosso quindi deve passare due monitoraggi con numeri da arancione per essere inserito in quel colore. E questa settimana hanno infatti un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254). A veder migliorare lo scenario sarà il Lazio, che entrerà in arancione da martedì.
Sui vaccini, Draghi in conferenza stampa ha detto: “C’è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade. Io però starei attento a fare certi contratti”. Poi il premier ha aggiunto: “Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo”.