BOLOGNA – E’ stato uno dei temi più controversi della fase 1, coi risultati terapeutici clamorosi giunti dalla vicina Mantova in un periodo nel quale la risposta al Covid-19 era ancora sperimentale: il plasma iperimmune, trasfuso da pazienti guariti dal Coronavirus a pazienti ancora malati, soprattutto gravi, e capace di creare un’intensa risposta anticorpale. La sperimentazione è proseguita in alcuni Paesi a forte tasso epidemico, come gli Stati Uniti, mentre in Emilia-Romagna è stata introdotta lo scorso maggio poco prima che gli ospedali si svuotassero, e che venissero fortunatamente a mancare i pazienti gravi a cui proporre di sottoporsi alla sperimentazione. Ora, con la graduale nuova crescita dei contagi, la sperimentazione regionale sul plasma iperimmune si riattiva, attraverso un protocollo stilato dal Centro Regionale Sangue assieme alle AUSL. Per la sperimentazione verranno arruolati, su base volontaria, due tipi di soggetti: pazienti ammalatisi di Covid recentemente e già guariti; e donatori periodici volontari di plasma che abbiano avuto il Covid con sintomi minimi o nulli. L’obiettivo non è soltanto quello di testare un nuovo percorso terapeutico, che vada ad affiancarsi a quelli già efficaci basati su antireumatici quali il Tocilizumab o l’Eparina per ridurre i coaguli di sangue; ma anche quello di capire la validità reale della trasfusione di plasma, e la capacità della Sanità regionale di ottenerne una quantità sufficiente a sviluppare una terapia su larga scala. Uno dei punti critici della terapia basata su plasma iperimmune è infatti l’approvvigionamento: ne serve tanto e bisogna capire se anche gli asintomatici sono in grado di fornire un plasma efficiente per scatenare la reazione anticorpale. Non secondario il tema degli effetti collaterali, dato che attraverso il plasma il donatore può passare al malato anche altro oltre al Covid, e dunque chi dona deve essere adeguatamente controllato. La platea iniziale è ampia: i donatori abituali di sangue e plasma che si sono sottoposti a test sierologico in Regione sono ben 35mila. Lo studio raccoglierà dati in tutta Italia e porta un titolo eloquente: Tsunami, come l’onda anomala simbolo del Giappone. A coordinare l’operazione sarà la nascitura “Plasma-Covid Unit”, nella speranza che debba lavorare poco, dal momento che la sperimentazione sul Plasma Iperimmune è strettamente correlata al numero e alla gravità dei pazienti Covid.
volontari sintomi sperimentazione positivi covid milia Romagna plasma iperimmuneCovid, in Emilia Romagna riparte la sperimentazione sul plasma iperimmune. VIDEO
26 settembre 2020Verranno arruolati, su base volontaria, due tipi di soggetti: pazienti ammalatisi recentemente e già guariti; e donatori periodici volontari di plasma che abbiano avuto il virus con sintomi minimi o nulli