BOLOGNA – Presto l’Emilia-Romagna potrebbe tornare in zona bianca: lo ha annunciato oggi l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, durante il punto della pandemia in commissione assembleare. E succederà grazie al calo dell’incidenza dei casi Covid, all’Rt attorno allo 0,7, alla diminuita pressione sui ospedali. Ha poi ricordato che in regione la campagna vaccinale sfiora il 95% di cittadini over 12 che hanno ricevuto almeno una dose, e oltre il 93% che ha già completato il ciclo.
“Sul fronte epidemiologico- sottolinea Donini- c’è un elemento di speranza perché si profila un mantenimento della curva al ribasso sia per quanto riguarda i contagi che i ricoveri. Da alcune settimane stiamo assistendo ad una diminuzione dell’incidenza della pandemia sul territorio. Calano anche i casi di positività tra gli operatori sanitari, stiamo dunque lentamente andando verso una situazione che ci consente di poter disporre di maggiori risorse e forze nella medicina territoriale e ospedaliera. Il Covid- aggiunge l’assessore- non ci abbandonerà presto e per questo penso che dovremmo prepararci definendo poche regole, ma chiare e semplici”. Per quanto riguarda gli ospedali – ha aggiunto l’assessore – “stiamo tornando verso la zona bianca. Possiamo farlo nel giro di qualche settimana e ciò vuol dire avere meno impegnati i reparti per il fabbisogno delle terapie Covid. Inoltre, avremo più possibilità di riprendere e riorganizzare le programmazioni ordinarie che interessano il sistema sanitario”.
Ad oggi, infatti, la saturazione dei reparti è al 23,5%, mentre il limite per entrare in zona bianca è al 15%. Quanto alle terapie intensive la percentuale è al 12,7% e per rientrare occorre il 10%.
Bene i dati sull’autotesting, il servizio voluto dalla Regione per l’apertura e la chiusura dell’isolamento con tampone rapido antigenico riservato a chi ha fatto la terza dose ed è asintomatico: sono 33.444 le persone che lo hanno utilizzato dal suo avvio, il 19 gennaio.
Oltre agli aspetti strettamente sanitari, c’è anche il tema economico, legato ai costi sostenuti dalle Regioni per garantire i servizi sanitari necessari a mantenere efficiente l’intera macchina della sanità regionale. “Al Governo – riferisce ancora Donini in Commissione – come Regioni abbiamo chiesto che si sancisca il principio per il quale i costi Covid sostenuti nel 2021 e 2022 dalle Regioni vengano riconosciuti come costi a carico dello Stato: non si può lasciare quel peso economico e finanziario sulle spalle delle Regioni, perché anche quelle più ricche, efficienti e forti non lo sopporterebbero. Inoltre- aggiunge l’assessore – al tavolo di lavoro con il ministero del Tesoro che si è appena insediato chiediamo che ci sia anche il ministero della Salute e non solo le Regioni. A livello politico riteniamo ci sia comprensione delle nostre richieste, ma tutto questo va declinato in forme e modi che speriamo possano dare risultati adeguati”.