BOLOGNA – Una crisi definita “senza precedenti” che ha travolto l’economia regionale. La pandemia da coronavirus ha lasciato il segno nel tessuto produttivo emiliano romagnolo: l’indicatore, per verificare l’andamento dell’economia, ha evidenziato una contrazione del 5,6% nel primo trimestre e del 18,6% nel secondo.
Un’impresa su due conta di chiudere il 2020 in pareggio o in perdita. Lo ha rilevato lo studio della sede bolognese della Banca d’Italia che ha monitorato, su stime Unioncamere, l’ultimo semestre. Nella prima metà dell’anno, la produzione industriale è arretrata del 14,9%, in calo anche l’export del 14,2%.
Focus della Banca d’Italia sui diversi comparti: nelle costruzioni, è emerso dai dati, la flessione è risultata più attenuata rispetto alla manifattura, calo netto, invece, nel terziario: il 70% delle imprese ha registrato una diminuzione del fatturato nei primi tre trimestri dell’anno.
Capitolo occupazione: registrata, nei mesi dell’emergenza sanitaria, una diminuzione dell’1,7%. Le prospettive incerte della primavera e dei mesi di lockdown, hanno portato le famiglie a spendere meno e quindi a risparmiare di più. I depositi, secondo Bankitalia, hanno segnato un aumento del 7,9%. “Da dicembre – è stato evidenziato – i depositi di famiglia e imprese ammontano a 11 miliardi di euro”.
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