REGGIO EMILIA – Corteggiato dalla politica, molto ricercato per conferenze e consulenze. Sergio Venturi, ex assessore alla Sanità della Regione, ricorda i giorni del lockdown che venne istituito proprio il 9 marzo di 3 anni fa. “Dalla politica ho avuto molte richieste, ma ho pensato che non fossero particolarmente allettanti. Invece, quando mi aspettavo delle richieste, non sono arrivate”.
Compirà 70 anni il prossimo agosto, è in pensione, vive a Parma anche se si sposta spesso per conferenze e consulenze in molte città italiane. Continua a distinguersi per lo stile pacato e il notevole aplomb che furono uno degli elementi di rassicurazione comunicativa in quei giorni tremendi di 3 anni fa. Sergio Venturi, che da assessore regionale alla Sanità gestì l’emergenza Covid in Emilia Romagna, ricorda così l’istituzione del primo lockdown: “Ci siamo visti arrivare addosso qualcosa di inaspettato, vedevamo quello che stava accadendo in Cina come qualcosa di lontano, sono stati momenti difficili”.
Chiediamo a Venturi cosa pensi dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della pandemia in Lombardia e sulle polemiche che ne stanno scaturendo: “Le inchieste sono legittime, quello che non mi piace sono le continue anticipazioni sulla stampa che riducono tutto a gossip o fiction”. A livello di comportamenti individuali e collettivi, cosa ci hanno insegnato questi anni? “Il senso civico non è una merce in vendita”, risponde un po’ laconicamente Venturi.
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