BOLOGNA – Non tutte le regioni potrebbero avere il via libera: Lombardia, Piemonte e forse anche l’Emilia-Romagna potrebbero decidere di far slittare la riapertura di una o addirittura due settimane. Il motivo è dovuto all’alto numero di contagi presenti soprattutto nel nord-ovest. I dati fondamentali per stabilire se potranno essere autorizzati o meno gli spostamenti arriveranno il 29 maggio, ma non sarà quello il giorno della decisione, secondo il Corriere della Sera. Gli esperti si prenderanno infatti almeno altre 24-36 ore per vedere l’andamento della curva e solo allora si riunirà il governo: è probabile che la decisione arrivi tra l’1 e il 2 giugno. Lombardia, Piemonte e forse anche Emilia-Romagna rischiano dunque di rimanere chiuse ancora per una settimana o forse due dopo il 3 giugno. La decisione non è ancora stata definitivamente presa, ma è nell’aria a causa delle proteste di alcuni governatori che sarebbero pronti, in caso contrario, a mettere in quarantena chi arriverà da quelle zone. Tra gli enti locali che minacciano la chiusura per chi arriva da Lombardia e Piemonte, scrive oggi il Corriere della Sera in un articolo a firma di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini, ci sono anche Sicilia e Sardegna che insistono sulla proposta di un passaporto sanitario e di un patentino di immunità per chi vuole sbarcare nelle isole per le vacanze.
Al momento, gli spostamenti tra una regione e l’altra non sono consentiti, se non per motivi di lavoro, urgenza e necessità. Nei giorni scorsi, il ministro per gli Affari Regionali il Boccia ha ribadito che non verranno riaperte le regioni con rischio alto: “Se una regione è ad alto rischio di sicuro non potrà ricevere ingressi dalle altre”. La data indicata a più riprese dal governo per una possibile svolta sul via libera agli spostamenti tra regioni è quella del 3 giugno. Il monitoraggio con i criteri stabiliti dal ministero della Salute sarà decisivo: in base ai dati comunicati venerdì 29 maggio da tutte le regioni si stabilirà il livello di rischio di ognuna (basso, moderato o alto). E proprio tenendo conto del livello di rischio, l’apertura potrebbe non essere totale. Le riaperture dei confini interregionali, insomma, sono condizionate dal report settimanale che fornirà le indicazioni per concedere il via libera agli spostamenti tra regioni diverse. Sarà il governo a stabilire i criteri per autorizzare le riaperture, e i presidenti di regione potranno imporre delle limitazioni. La piena libertà di movimento potrebbe essere ritardata. Sotto osservazione, dunque, soprattutto il nord-ovest. Non è escluso che si possa seguire la linea dei due binari: uno per la Lombardia e il Piemonte (ed eventualmente per altre regioni a rischio, come l’Emilia-Romagna), uno per il resto d’Italia.
Covid-19 e fase 2, a rischio l’apertura degli spostamenti tra Regioni
26 maggio 2020
La data inizialmente ipotizzata era il 3 giugno, ma il provvedimento potrebbe slittare di una o due settimane. Alcuni territori, infatti, risultano ancora a rischio per l’alto numero di contagi