REGGIO EMILIA – Fanno discutere i conti semestrali di Iren, con i ricavi per la vendita di energia elettrica e gas quasi triplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Vediamoli nel dettaglio, allora, questi conti. Nei primi sei mesi del 2022 Iren ha venduto 4.645 GWh di energia elettrica, il 36% in più rispetto al primo semestre del 2021 che fu condizionato dalle restrizioni anti-Covid. Le vendite di gas, invece, sono cresciute del 3%, raggiungendo i 546 milioni di metri cubi. In sostanza, la domanda di energia elettrica è tornata ai livelli pre Covid mentre il gas commercializzato è cresciuto in misura modesta. Ma questo andamento delle vendite si è tradotto in una crescita esponenziale del fatturato. I ricavi della divisione mercato, quella che si occupa appunto della commercializzazione di gas ed energia elettrica, sono schizzati da 1,159 miliardi a 2,888 miliardi, con un balzo del 149% rispetto allo stesso periodo del 2021. Una cosa mai vista in passato.
C’è l’altra faccia della medaglia: Iren acquista una parte dell’energia elettrica che vende e compra tutto il gas che distribuisce e utilizza in proprio. E i costi per l’acquisto delle materie prime sono aumentati di 1 miliardo e 400 milioni. Con quali effetti sulla redditività? Il margine operativo lordo sulla commercializzazione del gas è sceso da 71 milioni di euro a 60. Quello sulla vendita di energia elettrica è addirittura negativo: dai 21 milioni dell’anno scorso a un passivo di 31 milioni quest’anno. Nel complesso, i margini sono scesi da 93 milioni a 30. In sintesi, i clienti pagano molto di più, ma Iren guadagna meno di prima.
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