BOLOGNA – Sale a 5 miliardi il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande come conseguenza della chiusura di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi per l’emergenza Coronavirus, prolungata al primo giugno. A sottolinearlo è l’analisi di Coldiretti, che sottolinea l’importanza della possibilità di aggiungere la vendita da asporto (a partire dal 4 maggio) alle consegne a domicilio. Tante le imprese dell’agroalimentare coinvolte nella crisi: dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche salumi e formaggi. Dall’inizio della pandemia in Italia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività.
Ad essere particolarmente colpiti gli agriturismi, chiusi per le misure anti contagio e per i quali Coldiretti chiede di anticipare la apertura. Secondo l’associazione si tratta nella maggior parte dei casi di strutture familiari situate in zone isolate della campagna con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. In Emilia-Romagna solo negli ultimi due week end di aprile gli agriturismi hanno perso oltre 10 milioni di euro di ricavi rispetto all’anno scorso.
La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un valore di 85 miliardi di euro all’anno con un italiano su tre (37%) che abitualmente consuma a casa o al lavoro, i menu da asporto o per consegna a domicilio, preparati da ristoranti, pizzerie, fast food o agriturismi, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.