BOLOGNA – La Regione ha già delineato con il mondo produttivo le linee guida della cosiddetta fase 2 per la ripartenza economica, all’insegna della sicurezza sempre per contrastare la diffusione del coronavirus.
Parole d’ordine: avanzamento dei cantieri delle opere pubbliche e ripresa delle attività vocate all’export, asse fondamentale dell’economia emiliano-romagnola. Il percorso è stato delineato dalla regione e dalle parti sociali nell’ambito del Patto per il Lavoro, riunito in videoconferenza.
Il sistema economico-sociale dell’Emilia-Romagna progetta un passo avanti iniziale dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria del Covid-19. E lo fa attraverso l’organismo che dal 2015 vede riuniti i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università, Terzo settore, che si sono confrontati su quale strada intraprendere. Un progetto di ripartenza condiviso, dunque, che i soggetti del Patto intendono definire entro una settimana per sottoporlo al Governo, costruendo la via emiliano-romagnola che stabilisca ora le condizioni per la nuova fase, dopo i blocchi di queste settimane di attività economiche e produttive.
Una fase che passa anche dal far partire, in questo momento di bassissima intensità di attività e mobilità, le opere pubbliche già cantierabili. Garantendo in ogni situazione o ambiente produttivo il distanziamento sociale necessario. Liberando anzitutto l’operatività delle filiere che operano a livello internazionale, con le sue imprese, da quelle di grandi dimensioni a quelle piccole e medie, che insieme alla logistica sono filoni strategici dell’economia e del lavoro made in Emilia-Romagna.
A far da cornice a tutto questo, già dalle prossime ore, la consegna da parte della Regione alle associazioni di categoria, perché le distribuiscano, di un milione di mascherine per i lavoratori, a cui se ne aggiungerà un altro milione entro la prossima settimana.
Servizio Tg di Michele Angella
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