BOLOGNA – Senza misure straordinarie il 60% delle piccole e medie imprese rischia il fallimento o la chiusura. E’ lo scenario delineato da Confindustria, circoscritto alle realtà con meno di 250 addetti oppure al di sotto dei 50 milioni di euro di fatturato. “In questo momento emergenziale – si legge in una nota dell’associazione – l’intervento dello Stato Italiano deve essere imponente, con misure shock immediate che diano prospettiva e respiro alle imprese stimolando fiducia e consumi”.
Hanno questo obiettivo le otto proposte rivolte al governo. Si tratta di richieste sottoscritte in primis dai Presidenti Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Lombardia e Confindustria Veneto con i rispettivi Comitati regionali, le cui aree di riferimento stanno subendo l’impatto maggiore provocato dal coronavirus.
1. Riduzione temporanea delle Imposte
Riduzione progressiva, fino all’annullamento, del versamento di tutte le imposte dovute nel 2020 e 2021 (sia acconti che saldi) per tutte le imprese e persone che subiranno un impatto significativo nel bilancio aziendale o reddito personale al di sopra del 20%.
Con questa azione è possibile lasciare liquidità alle aziende e alle persone con la possibilità di stimolare i consumi, gli investimenti e superare momentanee crisi.
2. Pagamenti della PA
Liquidazione immediata dei crediti tributari (IVA, imposte, accise) sia a livello nazionale che locale come anche tutti i crediti che le imprese vantano con la Pubblica Amministrazione che ammontano ad oltre 45 miliardi di Euro.
3. Sospensione fallimenti per le PMI
Sospensione di tutte le procedure fallimentari e concorsuali come anche la possibilità di presentare nuove istanze di fallimento per le PMI.
In tal modo le aziende potranno lavorare in modo più sereno con la possibilità di traguardare periodi oltre i 12 mesi necessari per ristabilire le attività dopo una crisi così intensa. Si propone inoltre di estendere anche alle PMI per un periodo di tempo limitato (12-24 mesi) quanto già previsto per le Start-Up innovative del registro speciale, ovvero la non fallibilità per i primi 5 anni di esercizio.
4. Sospensione dalla segnalazione in Centrale Rischi per le PMI
Spesso la segnalazione in Centrale Rischi rappresenta per l’azienda l’inizio di una spirale viziosa del credito. Un’eventuale crisi finanziaria transitoria con un istituto si estende anche agli altri. Sospendere la segnalazione permette di arginare le situazioni di crisi e l’impatto sul rating.
5. Sospensione DURC
In attesa di definire con certezza ambiti e termini di differimento o sconto delle imposte e dei contributi andrebbe avviato un periodo di almeno 6-12 mesi di sospensione negli aggiornamenti DURC per permettere ad aziende con difficoltà nella liquidità, e quindi nei versamenti, di non perdere commesse, blocco dei pagamenti da PA e imprese private che pongono come condizione la regolarità del DURC.
6. Garanzia pubblica al 100% sugli affidamenti per le PMI
Estendere al 100% la garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle PMI attraverso i fondi di garanzia e i confidi o tramite una garanzia regionale. Ciò permetterebbe di proteggere gli istituti di credito e non fermare l’erogazione verso le PMI di nuovo credito per sostenere la liquidità.
7. Iper ammortamento semplificato
Semplificazione dell’iper ammortamento per gli investimenti materiali e immateriali con eventuali procedure di verifica semplificata.
8. Ampliamento del perimetro del cuneo fiscale
Estensione dei 100 euro di cuneo fiscale, già previsti per alcune categorie dal D.L. Cura Italia, a beneficio di tutti i lavoratori per almeno 1 anno.