MODENA – Il nome è soprattutto un augurio: “immuni”. E’ la app che ridurrà il rischio di nuovi focolai di Coronavirus, prodotta dall’azienda Bending Spoons – piegare cucchiai, guarda caso come nel film Matrix che raccontava un’umanità prigioniera della tecnologia. Il nome è inglese ma l’azienda è italianissima, e sembra aver recepito con sensibilità le obiezioni presentate da chi nel nostro Paese si occupa della tutela della privacy. Una app tuttavia non immune, è il caso di dirlo, da criticità: prima fra tutte, la sua installazione sarà volontaria ma perché funzioni appieno dovrà installarla almeno il 60% degli italiani. L’avvocato Colomba, esperto di diritto delle nuove tecnologie nel team dell’azienda SC Net, sottolinea come la rinuncia a una piccola fetta di essa da parte dei cittadini sia perfettamente legale, anzi prevista dalla legislazione europea; e aggiunge che, ad emergenza risolta con l’arrivo di un vaccino, tornerà la normalità. Intanto sono già cinque i Paesi ad essersi mossi con applicazioni volontarie: Austria, Irlanda, Polonia e India hanno scelto strade diverse – chi per monitorare il rispetto della quarantena, chi per fornire dati alla sanità sul decorso della malattia. E poi c’è il caso della Corea del Sud, la cui app obbligatoria squilla nel momento in cui il possessore si trova a meno di 100 metri da un luogo frequentato da qualcuno che risulta positivo: una modalità, questa, inaccettabile per il concetto di privacy che si ha in Europa. L’applicazione italiana, “immuni” appunto, permette invece di redigere un diario clinico che comunica in tempo reale al sistema sanitario i propri sintomi e fornisce informazioni su come comportarsi senza rivelare il proprio numero di telefono. Resta da capire chi maneggerà questi preziosi dati. L’obiettivo della app, in collaborazione con tutte le altre precauzioni prese, sarà di mantenere la disequazione del contagio sotto quota uno: in pratica, per tenere aperte scuole, attività economiche e commerciali, occorre che ogni nuovo positivo contagi al massimo una persona – anzi, 0,99. Obiettivo raggiunto ieri in Italia, col parametro a quota 0,8, come pure in Germania che a quota 0,7 si prepara timidamente a riaprire le prime attività commerciali, e gli asili nido solo per i bambini di medici e infermieri. Per il resto il Governo tedesco ha annunciato ieri provvedimenti analoghi a quelli messi in campo dall’Emilia Romagna nelle scorse settimane: tamponi a casa e strutture di isolamento – tipicamente alberghi – in cui ospitare i malati di Covid-19 per evitare che infettino i parenti più stretti.
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