REGGIO EMILIA – Negli ultimi mesi le rate dei mutui a tasso variabile sono aumentate sensibilmente, anche fino a un +50% rispetto al periodo precedente al rialzo dei tassi della Bce.
Quali sono le aree del Paese più colpite da queste dinamiche? Secondo l’analisi congiunta Facile.it – Mutui.it, l’Emilia Romagna è tra le regioni più esposte agli aumenti: da gennaio 2022 a giugno 2023 chi ha optato per un mutuo a tasso variabile corrisponde al 15,9% del totale. La nostra regione è preceduta solo da Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo.
A livello nazionale, da inizio 2022 alla metà dell’anno in corso, circa il 14,5% dei nuovi mutuatari ha optato per un variabile puro; tuttavia, la concessione di questo tipo di finanziamenti è costantemente calata negli ultimi 6 mesi. A giugno 2023 i mutui variabili pesavano meno del 10% del totale, a fronte di un 33% rilevato nell’ultimo trimestre del 2022.
Dietro a Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo ed Emilia Romagna si posizionano il Piemonte e il Veneto. Guardando alle aree del Paese dove la quota di mutui variabili sul totale è invece più bassa, al primo posto si trova la Campania – qui, dal 2022 a oggi, solo il 12,6% dei mutuatari ha optato per un finanziamento variabile – e seguono, quasi a pari merito, il Lazio e la Sardegna.
Se si prende in considerazione l’identikit di chi, a livello nazionale, ha ottenuto un mutuo a tasso variabile negli ultimi 18 mesi emerge che, in media, l’importo erogato è pari a poco più di 142mila euro richiesto per l’acquisto di un immobile di valore pari, sempre in media, a 192mila euro. Chi ha presentato domanda di finanziamento aveva, all’atto della richiesta, poco più di 35 anni e ha siglato un piano di ammortamento pari a 26 anni e mezzo.
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