BOLOGNA – Un “caporalato delle badanti” è stato scoperto da un’indagine dei carabinieri della compagnia Bologna Centro, coordinati dalla procura felsinea: tre le persone colpite da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Maria Cristina Sarli per associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e truffa aggravata.
Secondo l’accusa, reclutavano e fornivano a famiglie che lo chiedevano, nel giro di pochissimo tempo, le badanti tramite pubblicazione di annunci di lavoro su varie piattaforme social web, attraverso un’associazione. Facevano immediatamente sottoscrivere un “pacchetto trimestrale” per il servizio richiesto, previo pagamento di 3.400 euro. Gestivano, poi, le donne accompagnandole personalmente nelle abitazioni dei clienti, ma le badanti non avevano formazione o competenza specifica e, quando le famiglie ne chiedevano la sostituzione, non ricevevano più alcuna risposta dall’associazione.
I contratti sottoscritti dalle badanti non venivano registrati mentre le donne venivano costrette, sotto minaccia di licenziamento, a lavorare spesso 24 ore al giorno e sette giorni su sette, senza riposo, con regole e retribuzione completamente difformi dai contratti collettivi nazionali di categoria.
Dalle indagini sono emersi 18 casi tra le province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Parma e Firenze. L’attività avrebbe fruttato, in circa un anno, 420mila euro. Anche per questo, i carabinieri hanno eseguito un sequestro da 100mila euro sui conti degli arrestati.
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