ROMA – “È un risultato importante, frutto di un lavoro incessante, conseguito grazie alla Commissione Medico Scientifica della Federazione e alla disponibilità di tutti i referenti istituzionali. Adesso la base della piramide del calcio, quella dilettantistica e giovanile, potrà presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2020/21”. C’è soddisfazione nel commento del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina al protocollo che apre ufficialmente alla ripresa del calcio di base. Ma i nodi da sciogliere restano in realtà ancora tantissimi e ai dirigenti è bastata una prima rapida lettura del protocollo per smorzare gli entusiasmi. Costi di gestione, aumento esponenziale del lavoro quotidiano, vincoli stringenti sulle strutture e soprattutto responsabilità per i Presidenti sono i temi più caldi. “Inapplicabile” il giudizio tranchant di molti dirigenti.
Ma andiamo con ordine. Il documento fornisce “indicazioni tecnico-organizzative e sanitarie per la ripresa delle sessioni di allenamento collettive e delle attività sportive di contatto” ma non offre linee guida in caso di positività di un tesserato e lascia in capo ai legali rappresentanti delle società ogni responsabilità sull’applicazione delle norme, con allegate conseguenze legali in caso di irregolarità. Alle società si impone di avere un referente esperto di prevenzione anti – Covid e un medico di riferimento per la gestione sanitaria, altri scogli complicatissimi. Nel quotidiano, per ogni allenamento o partita, la società dovrà raccogliere l’autocertificazione sulle condizioni di salute di ogni tesserato, registrare le presenze e conservare la documentazione per almeno per 14 giorni: mole di lavoro enorme, quasi ingestibile per club che contano soprattutto sulla dedizione dei volontari. All’interno delle strutture, dovrà poi essere garantito il distanziamento: almeno 2 metri negli spogliatoi, difficoltà notevole per chi ogni giorno accoglie decine di ragazzi. E se per gli allenamenti si può optare per la doccia a casa, per le partite – specie quelle in trasferta – il rebus è irrisolto. Discorso analogo per le prescrizioni su pulizie e sanificazioni continue, sull’intervallo di tre ore tra una partita e l’altra, sui costi per le dotazioni di gel igienizzanti e dispositivi di protezione individuale. Proprio per questo, già da lunedì, le società chiederanno alla FIGC uno snellimento significativo del protocollo: in caso contrario la ripresa del calcio dilettantistico e giovanile resterebbe lontana.
Calcio dilettanti, c’è il protocollo per il ritorno in campo in tempo di Covid. VIDEO
13 agosto 2020Dopo settimane di attesa, è finalmente arrivato il documento che dà il via libera alla ripresa del calcio di base. “Un grande risultato” commenta il presidente della FIGC Gravina, ma tra le società restano i dubbi