CORREGGIO (Reggio Emilia) – A Fazzano, sul finale di serata, i selfie ormai di rito in questi casi e la richiesta di dediche sul libro. Si intitola “La destra si può battere”, Stefano Bonaccini l’ha scritto nei 20 giorni successivi alla sua riconferma alla guida dell’Emilia Romagna.
E’ stato pubblicato poche settimane fa, prima il tempo è stato tutto dedicato alla gestione dell’emergenza Covid. E’ una sorta di diario della cavalcata verso le urne da novembre 2019 a gennaio 2020, tra le mille incertezze che hanno contraddistinto una sfida elettorale apertissima e per questo storica.
Questo per quanto riguarda quello che è stato. Ora si pensa a quello che sarà. La scuola prima di tutto, con la riapertura annunciata per il 14 settembre. Una data che è dietro l’angolo, soprattutto considerando che servono garanzie che ancora non ci sono, in primis sull’arrivo di insegnanti in più. “Abbiamo già chiesto di aumentare l’organico – ha detto il governatore – Aperiamo di poter riportare a scuola il maggior numero di studenti possibile: la scuola non è solo apprendimento ma è socialità”.
Dopo la fatica mostruosa della sanità della Regione nel far fronte all’emergenza, adesso si sta assistendo alla fatica del recupero delle prestazioni specialistiche. “Stiamo predisponendo un piano e la riapertura dei pronto soccorso”, ha fatto sapere. Bonaccini non è impensierito, però, dalla riorganizzazione dei presidi ospedalieri quanto dal rischio che non si affronti quella che lui definisce la vera sfida. “Benissimo il recovery fund, ma serve un gigantesco piano di investimenti”.
C’erano circa 400 persone ad ascoltare il presidente della Regione invitato dal sindaco Ilenia Malavasi. A ora, questa è l’unica festa del Pd organizzata nel Reggiano al tempo del Covid grazie alla presenza di uno spazio all’aperto molto ampio e agli instancabili volontari.
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