REGGIO EMILIA – Le aziende energetiche hanno il diritto di modificare unilateralmente le condizioni economiche di fornitura dei contratti in scadenza, mentre non possono cambiare, aggiornare o rinnovare le condizioni dei contratti che non hanno una scadenza predeterminata.
E’ questa la “linea del fronte” sulla quale si è conclusa la battaglia tra l’autorità Antitrust e una decina di imprese – da Enel a Eni, da Iren a Hera – che rappresentano l’80% del mercato nazionale della distribuzione del gas e dell’energia elettrica. Dopo la stangata dell’Antitrust, le aziende si sono rivolte alla giustizia amministrativa e si sono infine viste riconoscere le proprie ragioni: alcune in toto, come Hera e A2A, altre, come Iren, solo in parte.
Il decreto “aiuti bis” del precedente Governo vietava alle aziende fornitrici di modificare i prezzi di fornitura di gas ed energia elettrica dal 10 agosto al 30 aprile 2023. Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza con cui ha sospeso parzialmente il provvedimento cautelare emesso nei confronti di Iren, ha circoscritto la portata della norma: vale per i contratti non scaduti, mentre non si applica “ai rinnovi contrattuali conseguenti a scadenze concordate dalle parti”. Confermato, invece, il no alla variazione delle condizioni economiche di offerte, si legge in una nota dell’Antitrust, “prive di una chiara, effettiva e predeterminata o predeterminabile scadenza”.
La conclusione, per l’autorità garante della concorrenza e del mercato, è che le aziende non potranno variare le condizioni economiche delle forniture ai consumatori, ai condomini e alle microimprese che non hanno una effettiva scadenza. Questa situazione è destinata a protrarsi oltre il 30 aprile, perchè il decreto “Milleproroghe” del nuovo Governo ha portato il blocco già previsto fino al 30 giugno 2023.
Reggio Emilia Iren Consiglio di Stato bollette Antitrust rincari energetici