REGGIO EMILIA – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Iren e ha annullato la sospensiva disposta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel mese di ottobre, in merito agli aggiornamenti tariffari dopo la scadenza contrattuale. Si tratta insomma di una sorta di apertura alle modifiche contrattuali unilaterali che comportano rincari in bolletta se il contratto è in scadenza.
O meglio: secondo il Consiglio di Stato, a cui si era appellato il gruppo Iren, le compagnie energetiche non possono modificare le condizioni contrattuali in modo unilaterale, ma non sbagliano quando il contratto arriva a scadenza. E’ il caso di chi ha sottoscritto, per esempio, una offerta “scontata” alla fine del 2020, per la durata di due anni, e che in questi mesi è arrivata a al termine del contratto. Ma che cosa accadrà ora per i clienti interessati da questa vicenda?
“Un pronunciamento – commenta Iren – che potrà contribuire a chiarire al meglio una questione che coinvolge tutte le utilities, un comparto già duramente colpito dalla crisi energetica. In particolare il pronunciamento del Consiglio di Stato mette in evidenza come ‘il provvedimento dell’Agcm segua in materia sanzionatoria una interpretazione estensiva della norma di legge limitativa che può condurre a pregiudizi incidenti su singole imprese o prospetticamente sistemici che non appaiono adeguatamente valutati'”.
Adesso la decisione nel merito spetterà al Tar del Lazio, prevista per il mese di febbraio, ma le indicazioni contenute nella sentenza del Consiglio di Stato avranno sicuramente il loro peso.
In provincia di Reggio questo aggiornamento delle tariffe riguarderà, per quanto concerne i clienti Iren, in una primissima fase una fetta di poco più di 10mila utenti.
Sulla questione c’è da registrare la presa di posizione di Federconsumatori.
“Siamo di fronte – scrive l’associazione – a pessime notizie per molte famiglie, che dovranno far fronte a nuovi aumenti nonostante la situazione economica già estremamente difficile. Si tratterebbe di aumenti a tre cifre, insostenibili per molti utenti. Per questo chiediamo che il Governo e il Parlamento pongano attenzione sulla questione, anche prevedendo una modifica normativa che sia in grado di chiarire i numerosi dubbi interpretativi, da inserire in una delle disposizioni collegate alla Legge di Bilancio”.