MODENA – Il Covid ha dato un’accelerata al risiko bancario italiano favorendo una nuova stagione di maxi aggregazioni. E Bper dopo aver messo a segno quest’anno l’acquisto di oltre 500 nuove filiali (la gran parte in Lombardia) inserendosi nell’operazione Intesa-Ubi, ha aggiunto peso specifico sia negli attivi che negli impieghi e ora punta a giocare alla pari con altre big. Come il Banco Bpm con il quale le affinità non mancano e su cui Unipol (socio di riferimento di via San Carlo) spinge per creare il terzo polo bancario italiano. Vandelli però predica calma e ha già messo in chiaro che prima bisogna mettere a terra l’integrazione nel gruppo dei nuovi sportelli; gestire insomma problemi pratici tutt’altro che secondari. Un tempo che sarà utile anche per Unicredit che ha già strizzato l’occhio a Bper senza però riscuotere grande entusiasmo, ma che dovrà cambiare l’amministratore delegato dopo le dimissioni di Mustier prima di ributtarsi nella mischia. Intanto Credit Agricole ha lanciato un’offerta totalitaria sul Credito valtellinese e Credem ha aggregato Caricento. Sul tavolo del risiko anche le grandi malate come Carige e Montepaschi. Certo il Covid ha bruciato miliardi di capitalizzazione in Borsa e Bper ne ha risentito avendo anche portato a termine un aumento di capitale da 800 milioni di euro. Ma a pesare in futuro, secondo gli analisti di Prometeia, sarà soprattutto il peso dei crediti non performanti che resteranno come conto da pagare alla pandemia una volta che il virus sarà sconfitto.
Banche, Bper protagonista a Piazza Affari
28 dicembre 2020
Il titolo, spinto dalle voci di una nuova maxi aggregazione con il Banco Bpm sta guadagnando oltre il 2%. Ma sul futuro dell’istituto modenese si deciderà solo dopo aver completato l’acquisto delle ex filiali Ubi in Lombardia
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