BOLOGNA – Non solo petrolio, sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina i prezzi del grano sono balzati del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni. “E’ quanto emerge dall’analisi alla chiusura del mercato della borsa merci di Chicago, che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole con il rischio reale di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni, sociali, politiche e flussi migratori anche verso l’Italia”, si legge in una nota di Coldiretti Emilia Romagna che ricorda come l’Italia importi il 64% del proprio fabbisogno di grano e il 53% del mais: l’Ucraina è il secondo fornitore di mais per il Paese e la Russia è il principale esportatore di grano a livello mondiale.
“A preoccupare i mercati è il fatto che le tensioni tra i due Paesi possano frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare le spedizioni ucraine dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali con il rischio di inflazioni su beni di consumo primario, carestie e tensioni sociali”, continua Coldiretti.
L’Italia è costretta a importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori – continua l’associazione – e quest’anno sono praticamente raddoppiati in Italia i costi delle semine per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni: “Ci sono le condizioni per incrementare la produzione in Italia, ma nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria”.