REGGIO EMILIA – Il secondo atto del processo Aemilia, il più grande processo contro la ‘ndrangheta al Nord, inizierà domani nell’aula bunker del carcere della Dozza di Bologna. Ci sarà la prima udienza degli imputati del rito ordinario. Il 19 febbraio il via all’appello del rito ordinario.
Per due anni e mezzo le immagini sono state quelle del piazzale di via Paterlini, del prefabbricato allestito a tempo di record al centro del palazzo di giustizia reggiano, delle gabbie per i detenuti poste alla destra della corte, dei volti dei giudici Francesco Maria Caruso, Cristina Beretti, Andrea Rat, di quelli dell’accusa Marco Mescolini e Beatrice Ronchi.
D’ora in avanti, le immagini saranno invece quelle dell’aula ristrutturata, anche in questo caso a tempo di record, nel carcere della Dozza di Bologna; i volti quelli dei giudici Alberto Pederiali, Maurizio Passarini e Giuditta Silvestrini, dei pm Luciana Cicerchia, Lucia Musti e Valter Giovannini, con Ronchi aggregata. Comincia il secondo tempo del processo contro la ‘ndrangheta Aemilia, cambiano i luoghi ma non cambia il cuore del procedimento di secondo grado: alla sbarra ci saranno sempre anni di presunte infiltrazioni malavitose nel territorio emiliano e coloro che l’accusa ritiene siano stati i responsabili di quelle infiltrazioni, decidendole, organizzandole, promuovendole, appoggiandole in qualche modo. Reggio Emilia territorio epicentro, Modena, Parma, Piacenza attorno.
Il 31 ottobre 2018 la corte pronunciò condanne per un totale di 1.200 anni in primo grado. Furono 124 i ricorsi contro quelle condanne. Il 13 febbraio è la data dell’udienza per i 24 che devono rispondere di associazione mafiosa e che in primo grado sono stati giudicati secondo rito abbreviato per le nuove accuse, quelle cioè di aver continuato a tenere in piedi l’organizzazione anche dopo gli arresti del gennaio 2015.
Per gli altri 120, il processo di secondo grado inizierà il 19 febbraio secondo rito ordinario. Poi, si andrà avanti almeno fino a metà giugno al ritmo di 3 udienze a settimana. Nella rinnovata aula bunker della Dozza, realizzata negli anni ’70, ci sarà posto per 120 avvocati, circa 50 detenuti e altrettanto pubblico.
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