REGGIO EMILIA – La Corte di Cassazione ha confermato la confisca diventata dunque definitiva di beni e disponibilità finanziarie per circa 55 milioni di euro. Dieci le province interessate dai sequestri dei finanzieri del Comando Provinciale di Cremona, avvenute a Reggio, Aosta, Cremona, Bologna, Mantova, Modena, Parma, Rimini, Verona e Crotone.
Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cremona erano partite nel 2012 dopo l’arresto per usura di Francesco Lamanna, un piccolo imprenditore di origini cutresi, da molti anni residente in provincia di Piacenza. Lamanna già condannato nel processo Aemilia e, dalle indagini, risultato affiliato al clan di Nicolino Grande Aracri.
Approfittando dello stato di bisogno del proprietario di un piccolo bar a Cremona, Lamanna gli aveva prestato soldi applicando un tasso usurario superiore al 210% annuo. Il barista strozzato dai debiti, aveva denunciato tutto alla Finanza. Le successive indagini hanno permesso di capire che dietro a quel singolo anche se gravissimo episodio, si celava un castello costruito su attività illecite che utilizzavano il meccanismo delle società cartiere e le frodi fiscali, ambito di frontiera per la criminalità organizzata che in questo modo può garantirsi denaro fresco. Fondi usati a loro volta per prestare denaro ad aziende emiliane in difficolta finanziarie per poi assumerne il controllo come hanno accertato gli approfondimenti investigativi svolti su delega della Direzione Distrettuale Antimafia.
La confisca definitiva riguarda ben 179 beni immobili di questi 62 a Reggio e provincia. Si tratta di abitazioni, ma anche fabbricati e terreni. Altri immobili sequestrati a Bologna, Crotone, Mantova, Modena, Parma e Verona, poi 10 società di capitali e 6 società nel settore dell’edilizia, logistica, consulenza alle imprese e ristorazione, a Reggio, Aosta, Modena, Parma, Rimini e 16 a Crotone. Nel lungo elenco figurano anche 97 veicoli tra auto, moto, mezzi agricoli e rimorchi e oltre 40 rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato di circa 55 milioni di euro.
Il provvedimento si aggiunge alle precedenti confische da oltre 61 milioni e mezzo euro. Un patrimonio del quale ora entra in possesso lo Stato e che saranno destinati agli enti locali e alle associazioni sul territorio. Si potrà così restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità.
Alle operazioni di esecuzione del provvedimento hanno preso parte anche i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, Aosta e Rimini.
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