BOLOGNA – A poche settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, l’Emilia Romagna si trova a fare i conti con la mancanza di docenti di ruolo che non riesce a trovare. Tra le cause c’è il caro-vita che colpisce gli italiani e spinge gli insegnanti a rinunciare a una cattedra fissa magari lontana dalla propria città e continuare a restare supplenti vicino a casa, per ridurre le spese.
A segnalare l’emergenza è l’edizione bolognese di Repubblica, secondo cui alla chiamata rivolta a docenti di altre regioni disposti a trasferirsi in Emilia-Romagna su 2.137 posti di ruolo, di cui 1.861 di sostegno, sono state assegnate appena 17 cattedre e poche di più, sottolinea il quotidiano, sono state le richieste.
Sull’intero territorio regionale, spiega al giornale Monica Barbolini, segretaria regionale della Cisl Scuola “servono 13.900 insegnanti, 900 in più dello scorso anno. Solo che in tutta l’Emilia Romagna in ruolo ce ne sono solo 4mila e nonostante le diverse chiamate non si riescono a coprire i posti. Assistiamo sempre di più al fenomeno di docenti precari, inseriti nelle Gps, che non se la sentono, evidentemente, di abbandonare l’ordinario, seppure svolto come supplenti”.
In questa scelta, osserva la sindacalista, “a pesare è sempre di più il costo della vita e in particolare della casa. Un insegnante che guadagna in media 1200-300 euro al mese difficilmente può sostenere un affitto da 7-800 euro. Bisognerebbe pensare a un bonus casa per i docenti, altrimenti la vedo dura”. In base ai numeri raccolti, solo alla scuola primaria sul sostegno si registrano 83 posti “avanzati” a Modena, 65 a Bologna, 60 a Reggio Emilia, 50 a Parma, 45 a Ravenna, 27 a Ferrara, 26 a Piacenza. Posti che nei prossimi giorni andranno ai precari, aggiungendosi a quelli già riservati ai supplenti di sostegno, la maggior parte non specializzati.
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